Abbazia Benedettina

La chiesa di Santa Maria Assunta, detta anche Pieve di S.Maria, sorge in località Badia ed è ciò che resta dell’antico monastero di S.Maria in “Vallis Fabrica”, uno dei più antichi e importanti cenobi dell’Umbria fondato dai benedettini in epoca carolingia.

La menzione più antica del monastero, un priorato benedettino sito sulla riva sinistra del Chiascio nelle vicinanze dell’antico castrum Vallis Fabrice, risale al 1101, risultando infondata, perché falsa, la notizia che lo vuole già esistente nell’820, allorché Ludovico il Pio avrebbe concesso al cenobio privilegi e donazioni.

Subordinata all’abbazia di San Silvestro di Nonantola, ebbe alle dipendenze varie chiese e castelli del contado. Schieratosi dalla parte dei guelfi assisiani, nella guerra che essi condussero contro i ghibellini di Perugia dal 1198 al 1209, il monastero risentì gravemente della disfatta che questi ultimi inflissero alla città di san Francesco nel 1202, anche perché molti signori della zona ambivano ad appropriarsi delle sue terre e possedimenti.

Pochi anni dopo, i ghibellini rientrarono ad Assisi e Valfabbrica e l’Abbazia fecero atto di sottomissione alla città entrando nella sua sfera d’influenza.
Il caso che fece scoppiare la scintilla fu che nel 1209 il priore dell’Abbazia di Santa Maria cercò di sottomettere a Valfabbrica alcuni castelli limitrofi di proprietà di feudatari perugini. Questo portò ad una grave ritorsione da parte di Perugia che rase completamente al suolo l’intero borgo
La decadenza che ne seguì venne a sommarsi con la cattiva amministrazione in cui da tempo esso versava a causa delle dissipazioni degli abati della casa madre. Da questo momento in poi l’Abbazia visse un periodo di decadenza che la portò a sottomettersi alla giurisdizione del Monastero di Nonantola. Nel 1259, assieme al monastero di Nonantola, il priorato passò sotto la diretta giurisdizione della Sede Apostolica..
Ai primi del XIV secolo risultava essere tornato in floride condizioni, ma il perdurante conflitto tra Assisi e Perugia ne compromise ancora una volta le sorti. Occupato dai perugini nel 1339, con una sedizione interna che portò i monaci a staccarsi da Nonantola, ad appoggiare gli occupanti e a non riconoscere l’autorità ufficialmente nominata, nel 1344, ricondotti costoro all’obbedienza, fu con la forza (armata manu) rioccupato dal priore Simone che si avvalse dell’aiuto di parecchi nobili del luogo. Nel 1359, vista la pessima amministrazione da parte dei monaci, venne dato in commenda. Nel 1497 tuttavia il borgo chiese la protezione del duca di Montefeltro Guidobaldo I e da quel momento in poi entrò a far parte del Ducato di Urbino fino al 1546, allorché il priorato fu unito in perpetuo alla mensa capitolare di Assisi. Nel 1632, fu annessa allo Stato della Chiesa del quale condivise le sorti. L’ultima notizia di rilievo risale al 1741, quando venne nominato un parroco per la cura delle anime. Del monastero originario rimane ben poco.
Molte strutture sono state adattate ad abitazioni private e il portico è stato demolito. La chiesa, ora in buone condizioni grazie ai restauri del 1949, ha una forma rettangolare con un’abside in origine semicircolare e un presbiterio rialzato. La facciata, “movimentata solamente da un’alternanza ritmata di fasce in pietra serena con strisce in mattoni” (Conti), ha un semplice rosone ricostruito e tetto a capanna. In una lapide, proveniente dall’antica chiesa e ora conservata presso la canonica della nuova chiesa parrocchiale al centro del paese, è scritto: A.D. MCCL. OBIT FEDERICUS HAEC FACTA TEMPORE DOMINI GREGORI PRIORIS (data che non si riferisce alla costruzione originaria, di certo più antica). Dal 1960 la chiesa viene officiata solo in determinate festività.

Aspetto attuale
All’interno la copertura è a capriate ed è a navata unica. All’interno è conservato un pregevole affresco raffigurante il Compianto sul Cristo Morto, stilisticamente vicino a Cimabue. Nei pressi dell’abside, all’interno di una nicchia trilobata, sostenuta da due colonne medievali, si trova una Maestà tra Santi e Angeli, opera di anonimo umbro datata primi del’300. Il fabbricato esterno è vicino al cimitero di Valfabbrica e gli edifici adiacenti sono stati adattati a civili abitazioni.

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